venerdì 18 maggio 2012

La fotografia del Giappone

Ieri sono stata al museo di Villa Pignatelli (clikkate qui per visitare il sito ufficiale del museo) per la mostra fotografica sul Giappone.
Al modico prezzo di 2 € è possibile ammirare centinaia di immagini fotografiche d'autore dedicate al Giappone di fine ottocento. Immagini più simili a dipinti che a "semplici" foto, che riprendono la vita e la natura del paese a cavallo tra i due secoli.
Immagini davvero belle che penso possano essere apprezzate e ammirate anche da chi, al contrario di me, magari non ha una passione cocente per il Giappone.
Nelle foto c'è un po' di tutto, spezzoni di vita "normale" sospese nel tempo, in pose molto statiche, come era d'uso all'epoca anche per i mezzi tecnici, ma che fermano per sempre quei momenti: le geishe che prendono il tè o intente nel rito del bagno, corrieri postali immortalati nell'istante che precede la corsa con il corpo completamente tatuato, lottatori impegnati in serrati combattimenti, i muscoli tesi per lo sforzo e ancora fiori e alberi di ciliegio così belli da sembrare finti.
E poi, quello che mi ha colpito, la sobrietà dei visi. Prostitute e pescatori, geishe e carpentieri, portantini di risciò, ragazzine che giocano o che suonano gli strumenti tradizionali, hanno tutti la stessa sobria e solenne espressione, come se fossero coscienti del fatto di star tramandando ai posteri il loro mondo, un mondo che presto sarebbe stato travolto dalla modernità.
Questa sospensione nell'eterno mi da molto l'idea di quello che immagino sia il Giappone, magari sbagliando: un paese sospeso tra il passato e il futuro, che conserva gelosamente l'uno e si getta senza paure nelle braccia dell'altro.
Ho ammirato soprattutto le foto che ritraevano le donne, vista la mia passione smodata per i kimono e gli obi, ma sono rimasta anche colpita dai panorami che, ripeto, sono così belli da sembrare irreali, opera di fantasia. Dalle foto la natura del Giappone appare maestosa, ma comunque piena di armonia e poesia; persino le rapide più tumultuose si agitano in uno scenario ordinato quasi, in un enorme giardino zen, dove tutto è perfettamente e minuziosamente studiato affinché sembri il più naturale possibile, in un vero e proprio paradosso. La natura giapponese non sembra mai maligna, almeno non quella ritratta da queste foto.
A Villa Pignatelli inoltre è possibile assistere ad alcune conferenze a cura del professore Amitrano, che si terranno ogni sabato alle 11 per tutta la durata dell'esposizione.
Se vi capita di trovarvi in zona, vi consiglio di visitare questa mostra e, al contempo, di dare un'occhiata al museo stesso. Le stanze di Villa Pignatelli sono uno spettacolo e da sole varrebbero il prezzo del biglietto, davvero esiguo.